Una delle attività commerciali più in voga è certamente la parrucchiera, o come si usa dire adesso "hair stylist", ed è anche una delle attività che necessita di molta energia per acqua calda; d'estate però il problema si somma alla ingente richiesta di energia per la climatizzazione visto che l'utilizzo di asciugacapelli, piastre elettriche, etc aumenta la temperatura oltre il ragionevole limite di sopportazione. Come si può sfruttare questo eccesso di calore per abbattere i costi della produzione di acqua calda? Molto semplicemente, installando un boiler a pompa di calore! Infatti prelevando il calore dall'aria ambiente, la pompa di calore sottrae energia da quest'aria riuscendo, attraverso un ciclo frigorifero con una resa molto elevata, a scaldare l'acqua con il solo costo del energia del compressore (quasi 1/4 di quella di un normale boiler elettrico). Ma non solo! L'aria, una volta sottratta l'energia utile per l'acqua calda, sarà raffrescata al pari di quella che esce da un normale condizionatore e potrà essere utilizzata per climatizzare il locale. Il risparmio di energia durante il periodo estivo potrebbe arrivare fino al 80% rendendo le bollette del negozio quasi insignificanti ma non basta: l'investimento può essere detratto fiscalmente fino al 65% in 10 anni, oltre che finire in ammortamento nei cespiti come strumento. Insomma, spargete la voce quando andate a tagliarvi i capelli perché così la vostra piega sarà sicuramente più "green"!!
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Ormai da 2 anni è possibile attingere al Conto Energia Termico per incentivare interventi di ristrutturazione energetica ma le richieste stentano ad arrivare a causa della complessità della richiesta e dei calcoli da effettuare per capire l'ammontare degli importi annuali; in modo particolare, rientrando anche nel incentivo del 65%, l'installazione di pompe di calore è raramente abbinato alla richiesta del conto energia termico, nonostante gli importi vengano elargiti in soli 5 anni (invece che detrarli in 10 come nel caso del 65%). Per rendere più agevole il calcolo degli incentivi potete scaricare qui sotto il foglio elettronico e seguire le istruzioni per capire di che importi si può fare richiesta.
Al seguente indirizzo potete scaricare il foglio elettronico aggiornato per simulare l'impianto fotovoltaico e calcolare l'ammortamento con l'incentivo della detrazione fiscale, prorogata al tutto 2014.
Non è sicuramente un fenomeno nuovo ma il cambiamento di abitudini sta portando alla diffusione di un problema che qualche anno fa era perlopiù legato alla mancanza di adeguato isolamento delle pareti: la formazione di muffe sulle pareti interne. Sulle case nuove o ristrutturate l'inghippo ha origine nella mancata ventilazione dei locali che essendo molto meglio isolati attraverso infissi e cappotti non permettono una naturale circolazione dell'aria che invece tende a ristagnare negli ambienti; nei vecchi condomini invece c'è stato un picco legato all'installazione delle valvole termostatiche sui radiatori che ha permesso agli inquilini di abbassare le temperature degli ambienti risparmiando energia, ma che ha portato ad un raffreddamento dell'aria e delle pareti (soprattutto in corrispondenza dei ponti termici) creando il terreno fertile per le colonie fungine. In ogni caso però il fattore determinante è il ricambio e l'umidità dell'aria che se tenuta sotto controllo non dovrebbe originare tutti questi problemi: sicuramente abitudini come quelle di stendere la biancheria in casa o non ricambiare di tanto in tanto l'aria dei locali non aiutano a tenere sotto controllo il fenomeno ma esistono soluzioni definitive quali i ricambi d'aria forzati ed i recuperatori di calore. Se infatti potrebbe essere difficilmente installabile un macchinario per la ventilazione forzata dell'aria con recupero di calore dell'aria esausta (un meccanismo in grado di reimmettere aria nuova recuperando fino al 90% del calore dell'aria esausta) viste dimensioni e costi, è di facilissimo montaggio una ventola che, per ogni stanza afflitta dalla muffa, forato il muro esterno, convogli aria nuova nel locale, ed esiste anche nella versione con scambiatore di calore interno che permette di recuperare il 70% del'energia termica contenuta nell'aria esausta. Continuo a ricevere richieste di utenti che, vivendo in alloggi con riscaldamento centralizzato ed alimentato con teleriscaldamento, spendono cifre elevatissime; nel mio comune siamo arrivati al 30% in più del già costosissimo metano! Siccome scegliere a livello condominiale delle alternative diventa difficile perché richiederebbe l'accordo di una maggioranza spesso composta di proprietari che danno in locazione gli appartamenti, e che quindi non affrontano la voce di spesa riscaldamento (che spetta appunto agli affittuari), l'alternativa è quella di rendere il più possibile autonomi le unità abitative, per esempio con testine termostatiche e i contabilizzatori; questa però è solo la prima parte della soluzione ed il passo successivo può essere quello di usufruire di soluzioni o fonti alternative per abbassare drasticamente i consumi e di conseguenza i costi. Partendo dagli investimenti più complessi come la sostituzione degli infissi o l'insuflaggio di isolante nelle pareti, bisogna ricordare che tali migliorie possono essere detratte fiscalmente anche dagli inquilini che volessero affrontare tale spesa, e che sommando i vantaggi fiscali al risparmio energetico si ammortizza la spesa in meno di 5 anni, magari a fronte anche di uno sconto sull'affitto o di un prolungamento del contratto; un'altra strada, più semplice, verso una migliore efficienza è quella di dotare i radiatori non delle classiche testine termostatiche ma di testine elettroniche e programmabili anche con orari, in modo da utilizzare il riscaldamento solo quando si è a casa (attenzione però ad avere i radiatori ben dimensionati per lavorare ad intervalli). Se poi è vero che in ogni caso si pagherà una quota fissa legata ai millesimi e non al consumo (di solito intorno al 30%), è anche vero che utilizzando fonti energetiche alternative si possono dimezzare i consumi per esempio utilizzando le pompe di calore: se infatti avete già o siete intenzionati ad installare un condizionatore per l'estate, assicuratevi che abbia anche la funzione pompa di calore che vi permetterà di scaldare, soprattutto nelle mezze stagioni, con un costo anche più che dimezzato rispetto alla tariffa del teleriscaldamento. Quindi per il prossimo autunno radiatori chiusi e pompe di calore al massimo !!! Nonostante il cambiamento porti sempre un certo scompiglio, mettiamoci il cuore in pace ed abituiamoci a vedere i nostri vecchi termosifoni accessoriati con i moderni ripartitori di calorie. Sono piccoli ma all'interno nascondono un condensato di tecnologia elettronica da far invidia a molti apparecchi domestici: innanzi tutto i modelli attuali sono dotati di due sonde, una rivolta verso il radiatore e l'altra verso l'ambiente della stanza, poi sono dotati di memoria per mantenere le letture di periodi precedenti ed infine di trasmettitore radio per inviare ad un antenna centrale le letture rilevate. Chiaramente tutti i ripartitori (o se vogliamo contabilizzatori indiretti) sono anche in grado di capire se qualcuno cerca di manometterli grazie a micro contatti che segnalano l'apertura dell'involucro dell'apparecchio e sono in grado di segnalare in tempo reale malfunzionamenti o tentativi di scasso.Il posizionamento sul radiatore dipende dalla marca e dal modello ma indicativamente il fulcro dell'apparecchio si trova orizzontalmente al centro e verticalmente in alto tra il 66% ed il 75% dell'altezza complessiva del radiatore. Ma come avviene la contabilizzazione? In modo molto semplice in quanto è sufficiente misurare la differenza di temperatura tra il radiatore e l'ambiente per sapere quale è il flusso unitario di energia ceduta e quindi consumata: tale valore va poi normalizzato con i parametri specifici del radiatore in questione e cioè dimensione (quindi calorie), forma, materiale, etc.. Attenzione perché in molti casi tali parametri vengono programmati sul singolo ripartitore mentre più spesso vengono rielaborati direttamente dal gestore/amministratore dello stabile in fase di suddivisione delle spese ed è quindi possibile commettere errori nell'associazione tra parametri e letture (anche se ogni singolo ripartitore è contrassegnato in modo univoco da una matricola). Domanda ricorrente: "con cosa mi conviene riscaldare?" Se per convenienza intendiamo il solo lato economico allora i calcoli sono presto fatti e li potete trovare sulla tabella qui; i prezzi sono indicativi così come le rese dei tipi di generatori ma comunque rappresentano una media interessante (partendo da 100% di un classico impianto con caldaia a metano tradizionale). Ci sono però altre coniugazioni del principio di convenienza che è necessario considerare: un esempio è il teleriscaldamento (non in tabella a causa della enorme variabilità da Comune all'altro) che a fronte spesso di una tariffa elevata (nel mio comune 0,13 euro/kWh) si propone come soluzione sicura rispetto al gas; ma c'è comunque differenza tra una caldaia in salotto ed una in locale apposito, e spesso il gas è comunque presente in cucina e quindi il problema permane nonostante la suggestione di essere al sicuro. Proprio il risvolto psicologico gioca una sua carta di convenienza nella gestione di caminetti e stufe, soprattutto a pellet, perché il fatto di conoscere esattamente la quantità di combustibile (ed il costo) consumata nell'arco della giornata rende molto più parsimoniosi, e se un sacco di pellet costa 4 euro vederlo bruciare in qualche ora ci rende resistenti a temperature normalmente insopportabili. Un altro riscontro essenziale è la comodità di gestione di un impianto, dove per esempio le biomasse hanno il loro punto debole (stoccaggio legna/pellet, trasporto, approvvigionamento, etc..) mentre diventano improponibili per il singolo utilizzatore tecnologie troppo complesse come per il cippato, mais e derivati vari. Sembrerebbe che quindi la soluzione definitiva non esista se non fosse per le pompe di calore: efficienti, comode, sicure e flessibili: si parte con quelle ad aria, per passare a quelle alimentate ad acqua e finendo con le geotermiche. Se non fosse per il costo mediamente più elevato dell'energia elettrica in Italia, non ci sarebbe dubbio sulla convenienza (ed uso il termine nell'accezione più larga) di questa tecnologia. Chiaramente il modo migliore per risparmiare è quello di non sprecare calore e di utilizzare al massimo le fonti gratuite che la natura ci elargisce, prime tra tutte l'energia solare. Era tempo che avevo in mente una soluzione evoluta che permettesse di integrare una interfaccia usabile ed accessibile ovunque, con l'impianto di riscaldamento e la risposta finalmente è arrivata: usare google calendar! L'interfaccia è semplice ed intuitiva, è possibile condividere il calendario con altri utenti in modo che ognuno possa modificare gli orari di accensione, ed inoltre è facilmente accessibile da smartphone e pc. Per fare ciò è sufficiente interfacciare la caldaia con un relè wireless che a sua volta viene comandato da una evoluta ma economica centralina domotica che permette grazie ad alcuni plug-in di leggere un calendario di google e riconoscerne gli eventi. Lo sto già usando con i miei colleghi in ufficio e per ora sembra tutto OK!!! Quando mi viene chiesto quali siano i difetti di un impianto radiante a pavimento devo sempre rispondere il tempo d'inerzia dell'impianto, che pur essendo anche un pregio, rende difficile da gestire la temperatura negli ambienti soprattutto in giornate con grandi escursioni termiche. Se infatti un buon impianto dotato di sonda esterna regola la temperatura dell'acqua nei pavimenti a seconda dei parametri impostati (la cosiddetta curva climatica), il risultato della regolazione effettuata per esempio alle 6 del mattino, si ripercuoterà nei locali interni solo dopo qualche ora, in relazione ad alcuni parametri come lo spessore del pavimento; nel frattempo però la temperatura esterna potrebbe aver subito drastiche variazioni ed in edifici non troppo efficienti o con grandi vetrate, il risultato sarebbe un aumento indesiderato della temperatura ambientale, con scarso comfort ed elevati consumi. Per cercare di ovviare a tale inconveniente le centraline di regolazione fanno una media della temperatura esterna delle ultime ore in modo da attenuare i picchi sia verso l'alto che verso il basso (lo stesso problema si manifesta con repentini raffreddamenti dell'aria esterna): tale soluzione però molte volte è insufficiente od inadeguata. La tecnologia oggi però ci permetterebbe di fare qualcosa che potrebbe sembrare una soluzione da "minority report" e cioè di utilizzare delle previsioni per regolare l'impianto con la temperatura che ci sarà effettivamente nel momento in cui l'inerzia dell'impianto avrà trasferito effettivamente il calore necessario alla casa: così facendo non ci sarebbe più ritardo tra la regolazione e l'eventuale variazione in ambiente. Stiamo studiando una finta sonda esterna che in realtà acceda ad alcuni servizi web di previsioni, per ottenere le temperature previste nelle ore successive, e comunicarle all'impianto, che con tale soluzione non dovrà essere modificato o sostituito. Vedremo come andranno i test in campo. Vi segnalo una interessante selezione di articoli su come gestire un sistema edificio-impianto, tra i quali troverete anche due contributi del sottoscritto: http://www.mygreenbuildings.org/2013/01/09/gestione-sistema-edificio-impianto-e-risparmio-energetico.html |
AutoreRoello Piero Archivio
Giugno 2016
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