Ecco il link ad un mio intervento sull'argomento
http://www.mygreenbuildings.org/2011/02/11/impianti-di-riscaldamento-autonomi-controllo-remoto-della-caldaia-e-regolazione-modulante.html
2 Comments
Forse non c'è speranza per noi che siamo cresciuti nell'agio energetico e nella prospettiva di avere risorse infinite ed è probabile che saranno le nuove generazioni a cambiare radicalmente attenzioni e stili di vita per preservare le risorse e l'ambiente ma è un dovere di tutti noi almeno provare ad iniziare un inversione di tendenza.
Per questo motivo le Regioni finanziano corsi come quello che voglio segnalarvi, una sorta di addestramento alle tecniche di base, un modo per capire e migliorare i nostri comportamenti e fare evolvere quelli più virtuosi. Quindi anche un adulto può tornare ad imparare, ed in gruppo cercare di sviluppare progetti che coinvolagno la propria vita e quella delle persone che la circondano, in modo semplice con la prospettiva di vivere meglio, risparmiare denaro, e rispettare l'ambiente che ci circonda. Grazie ad al mio amico Omar, stufo di trovarsi bollette strane, con letture presunte e tariffe incomprensibili, mi sono imbattuto nella chimera delle tariffe energetiche: un sito che compara le spese per luce o gas od entrambe semplicemente indicando il consumo presunto annuale ed il CAP del comune!
La novità più grande è che non si tratta dei soliti siti di comparazione che ormai spopolano sul web, ma il sito ufficiale dell'Autorità sull'Energia. Andate a farci un giro perchè è veramente fatto bene, chiaro semplice ed utilizzabile da chiunque: unico inghippo è che tra tutte le offerte non si trovi quella del gestore da cui ad oggi io e Omar compriamo il gas e ciò ci fa immaginare che forse le offerte non sono così complete o che non tutte le aziende siano presenti nelle comparazioni. In ogni caso una buona iniziativa. Da alcuni studi (ma anche dalla mia esperienza diretta) si è evinto che quando le persone sono informate quotidianamente dei loro consumi energetici tendono a ridurli mediamente fino al 10%; questa considerazione che potrebbe sembrare banale porta con se la necessità di avere accesso ai dati relativi a consumi di gas e di corrente elettrica in modo veloce e semplice, quotidianamente. Per il momento per il gas, nonostante ci stiano lavorando diverse aziende, c'è poco da fare: ci toccherà uscire settimanalmente per ricopiare la lettura dei metricubi per poi controllare che le fatture coincidano e magari riportarle su un foglio di calcolo per poi fare delle statistiche. Per i consumi elettrici invece c'è la possibilità di sfruttare apparecchi a basso costo e una applicazione web di Google per avere un sistema all'avanguardia, da fare invidia a molti energy manager aziendali. Google Powermeter permette infatti di monitorare ed archiviare i consumi elettrici delle nostre utenze semplicemente collegando un apparecchio al PC ed una pinzetta sui fili del contatore; un gioco da ragazzi direi, anche se l'installazione hardware è stata ben più semplice di quella software che per la verità risulta ancora un po' macchinosa. La soddisfazione comunque di condividere coi colleghi i consumi dell'ufficio è stata impagabile viste anche le successive bagarre su chi consumava o sprecava di più (ed ecco che l'effetto psicologico-energetico inizia a prendere forma). Il ContaCorrente è uno dei tanti esempi di dispositivo che permette di memorizzare i consumi di energia elettrica semplicemente usando una pinza wireless oppure delle singole prese da interporre alle singole utenze elettriche (frigo, lavastoviglie, TV, etc..); viene fornito in diversi modelli e con la possibilità di collegamento diretto alla rete, senza passare dal PC. Quindi non ci sono più scuse, se vogliamo capire dove sprechiamo ed il perchè, oggi con poche decine di euro possiamo farlo, anche giocando e divertendoci a fare prove, ottimizzare i consumi e le spese. Pensatec Come ogni tentativo di cambiamento anche la diffusione di una soluzione a basso impatto ambientale trova diversi ostacoli prima di affermarsi sul mercato: un esempio è la pompa di calore. Nonostante la possibilità di sfruttare anche l'80% di energia rinnovabile dalle fonti più disparate (aria, acqua, terra) la pompa di calore non è ancora vista in Italia come la soluzione migliore per gli impianti di riscaldamento; le cause principali sono di ordine economico visto che l'energia elettrica (il restante 20% necessario alla pompa di calore) nel nostro Paese ha un costo superiore della media europea e soprattutto visto l'investimento iniziale in un impianto che può costare anche diverse decine di migliaia di euro. Ma se la difficoltà di sostituire i vecchi impianti è comprensibile quando si tratta di restrutturare, nelle nuove costruzioni si dovrebbe considerare seriamente l'opportunità di investire in una tecnologia che può anche avere un costo accessibile e innumerevoli vantaggi a lungo termine.
Innanzi tutto rispolveriamo una soluzione adottata dai nostri avi e cioè il pozzo canadese o provenzale; il principio è semplicissimo: facendo circolare dell'aria a qualche metro di profondità questa si riscalda di inverno e si raffresca d'estate: chiaramente il salto termico dipenderà dalla lunghezza dei canali, dalla portata dell'aria e dalla profondità, ma mediamente possiamo supporre di recuperare 5 gradi. L'aria così preriscaldata potrà essere utilizzata sia direttamente per alimentare una pompa di calore aria/acqua (meno costose rispetto alle acqua/acqua od alle terra/acqua) oppure direttamente nel recuperatore di calore: quest'ultimo è un tassello essenziale nelle nuove abitazioni perchè permette un ricambio controllato dell'aria ambientale recuperando fino al 90% del calore dell'aria viziata che va esplulsa; anche quest'ultima però ha ancora un contenuto termico importante e prima di essere spedita all'esterno può essere utilizzata per alimentare la pompa di calore. Il risultato è un impianto versatile, utilizzabile per produrre riscaldamento o raffrescamento, utilizzando una pompa di calore tra le meno costose ma aumentandone il rendimento grazie allo sfruttamento di energia gratuita e facilmente recuperabile. E' incredibile come le prospettive energetiche e la conseguente ricerca scientifica e tecnologica si siano evolute negli ultimi 20 anni; nonostante ciò, la lentezza della legislazione italiana e l'inerzia del nostro sistema industriale stanno continuando a far fluire ingenti investimenti in tecnologie che presto o tardi verranno a consumarsi a causa dei loro limiti: un caso su tutti è il cosiddetto teleriscaldamento.
Il teleriscaldamento è una soluzione idonea per trasportare calore di scarto da cicli produttivi o inceneritori, calore che altrimenti andrebbe perso e quindi calore con costi bassissimi, ma è anche stata la soluzione adottata dalla Unione Sovietica per riscaldare gli enormi quartieri dormitorio delle città industriali; invece da noi, con molti anni di ritardo rispetto al resto d’Europa, è diventato un business per vendere calore prodotto in modo poco efficiente, trasportato in modo inefficiente e chiaramente tutto ciò con i costi che ne conseguono. Per essere chiaro, se ci hanno raccontato che era più efficiente una grande centrale che produceva calore ed una grande rete che lo distribuiva (forse vero negli anni ’70), oggi i conti vanno rifatti visto che una moderna caldaia a condensazione (quella che molti dei lettori hanno a casa appesa al muro) ha un rendimento del 105% (Potere calorifico inferiore) mentre il rendimento di generazione e distribuzione del teleriscaldamento può arriverà forse al 90% (ma in molti casi molto meno): questo principalmente a causa delle temperature in gioco. Infatti se vogliamo produrre calore per trasportarlo a grande distanza siamo costretti a farlo a temperature elevate, per essere sicuri di soddisfare le esigenze di tutte le utenze (anche quelle più lontane) mentre la tendenza e le normative attuali, ma soprattutto il buon senso, impongono di costruire impianti che lavorino a temperature sempre più basse (per esempio impianti a pavimento). La spinta che ancora oggi viene data al teleriscaldamento troverebbe l'unica giustificazione nei forti incentivi per la produzione combinata di energia elettrica e termica (cogenerazione) ma sappiamo anche che tali incentivi prima o poi cesseranno ed i maggiori costi che verranno ribaltati sugli utenti renderanno molto poco appetibile il calore così prodotto. Oggi abbiamo a disposizione tecnologie che sono molto più ecologiche del teleriscaldamento e molto meno energeticamente costose, come le pompe di calore, il solare termico, le caldaie a condensazione, le biomasse, ad altre ancora, e per la produzione di energia elettrica dovremo aspettare la diffusione del fotovoltaico e di altre tecnologie ancora non mature. |
AutoreRoello Piero Archivio
Giugno 2016
Categorie
Tutti
|