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Riscaldamento radiante: cos'è e perchè

29/3/2008

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Quante volte ho sentito dire dalla signora Maria "certo che quello del caminetto è un calore diverso" oppure "in quella stanza ci sono 20 gradi eppure si sta meglio in questa a 19" e via discorrendo, con i sorrisini dei mariti alle spalle che vorrebbero dire "ma si lasci che dica, tanto son solo fissazioni": eppure non è così.

Solo recentemente nel immaginario comune, grazie al bombardamento estivo dei metereologi, si è diffuso il concetto di temperatura percepita in relazione al livello di umidità presente nell'aria, ma non è l'unico fattore che influisce sulla nostra sensazione di calore; un esempio classico è quello della giornata di sole invernale in montagna, quando nonostante la temperatura dell'aria sia sotto lo zero, si percepisce una sensazione di calore suplettivo dovuto agli intensi raggi solari, ed è chiaro quindi che siamo condizionati nella nostra sensazione di calore, non solo dalla temperatura dell'aria che circonda il nostro corpo, ma anche dai raggi infrarossi emessi dai corpi (nell'esempio il sole) che ci circondano. La cosa più interessante è che la componente radiante (i raggi infrarossi) supera quella convettiva (la temperatura dell'aria) nel bilancio delle nostre percezioni, ed ecco quindi la possibilità di progettare impianti di riscaldamento che sfruttino al meglio questa caratteristica. Infatti quando siamo all'interno di una stanza la temperatura che percepiamo è legata alla media tra temperatura della'aria (componente convettiva) e temperatura delle pareti (componente radiante) ed è sfruttando questo concetto che possiamo stabilire un comfort termico semplicemente mantenendo le pareti a temperature tra i 25 e i 35 gradi celsius.

Ma a parte il maggior comfort perchè conviene economicamente un sistema che si base su pannelli radianti inseriti nelle strutture edilizie(pavimento, soffitto, pareti)? Sostanzialmente è il principio secondo il quale si riesce a produrre energia a basse temperature con maggiore efficienza e minori sprechi, e nell'ambito delle energie rinnovabili la possibilità di sfruttare al meglio i contributi energetici che la natura ci offre: basti pensare al solare termico ed alle pompe di calore geotermiche, fonti utilizzabili quasi esclusivamente in abbinamento a sistemi radianti a bassa temperatura.


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Microcogenerazione: siamo al via!

23/3/2008

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Chi la settimana scorsa ha avuto il tempo di passare una giornata al Fiera di Milano, all'appuntamento biennale del M.c.e. , si sarà sicuramente accorto che alcuni produttori di caldaie presentavano tra le novità un microcogeneratore, ma vediamo di cosa si tratta.

In realtà tutte le soluzioni proposte convergono ad un sistema molto simile composto da caldaia a condensazione abbinata ad un motore stirling di piccole dimensioni:

in pratica una caldaia a gas da circa 20 kW che con una parte della sua potenza (circa 8 kW) alimenta un motore che produce 1 kW elettrico.

A differenza dei fratelli maggiori il microcogeneratore stirling nasce per seguire la domanda di riscaldamento e come subproduzione creare energia elettrica che andrà nella maggior parte dei casi immessa nella rete elettrica nazionale in regime di scambio sul posto; in questo modo quando la caldaia si spegne perchè non c'è richiesta di calore, l'energia elettrica viene prelevata dalla rete mentre con la caldaia in funzione utilizziamo direttamente la sua energia, mandando in rete eventuali surplus.

Chiaramente l'energia elettrica prodotta non è rinnovabile come per il fotovoltaico, ma il suo costo di produzione sarà decisamente inferiore a quello attuale di acquisto dal gestore della rete; il costo del apparecchio dovrebbe aggirarsi intorno ai 10 mila euro ed usufruendo degli incentivi attuali si dovrebbe ammortizzare in 7-8 anni.

Appena avrò la scheda tecnica ed i prezzi sarò felice di rendervi partecipi.

Buona Pasqua.

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Detrazione 55% : obiettivi e filosofia

15/3/2008

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Pur discutendone molto su giornali, siti specializzati ed in televisione, non ho ancora sentito mettere in evidenza uno degli aspetti più intressanti dell'incentivo del 55% sugli investimenti per il risparmio energetico, e cioè la possibilità di detrarre tale importo non solo per i proprietari di immobili ma anche per gli inquilini affittuari. Chiaramente tale applicazione è proponibile nell'ambito di contratti di locazione con una certa durata, in modo da poter usufruire in tempo utile sia dell'incentivo che del risparmio ottenuto dall'investimento; ma facciamo un esempio.

Trovo in affitto un alloggio termoautonomo in cui è istallata una caldaia tradizionale di circa 10 anni che chiaramente il proprietario non intende sostituire immediatamente; visto che stipulo un contratto di affitto di 4+4 anni decido comunque di sostituire a mie spese la caldaia con una a condensazione e di istallare testine termostatiche sui radiatori.

La spesa è importante perchè si aggira intorno ai 3500 euro (voglio essere pessimista), ma decido di farmi finanziare dalla mia banca che ha un mutuo a tasso agevolato per questo tipo di interventi: per 5 anni pagherò all'incirca 850 euro all'anno ma nel contempo scalerò dalla mia Irpef (decido sempre per i 5 anni) 385 euro, con una differenza a mio passivo di 465 euro/anno. La domanda nasce spontanea: riuscirò a risparmiare grazie agli investimenti fatti 465 euro all'anno? Chiaramente questo dipende da molti fattori, primo dei quali l'isolamento della casa e la sua ubicazione ma se prendiamo come riferimento un abitazione di 90 mq in fascia climatica E (180 giorni all'anno di riscaldamento), appartenente alla classe energetica G (110 kWh/mq anno), difficilmente possiamo sperare di spendere meno di 1000-1200 euro di gas metano (anche a causa del fatto che nessuno si accontenta dei 20 gradi in ambiente); mentre con gli investimenti fatti (caldaia+valvole termostatiche) posso aspettarmi un risparmio annuo del 25%-35%.

E' probabile quindi che per i primi 5 anni non avrò, nel bilancio complessivo, risparmiato in euro un grande cifra (anche se non ho tenuto conto del trend al rialzo che il costo del combustibile stà subendo), ma avrò risparmiato all'ambiente un buona dose di CO2, avrò l'affidabilità di una caldaia nuova, e soprattutto avrò nel mio piccolo fatto qualcosa per risparmiare preziosa energia.

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Dimensionare on-line un impianto solare termico

10/3/2008

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Ci sono ormai innumerevoli risorse sul web anche per dimensionare un piccolo impianto solare. Ne abbiamo scovate alcune in modo da poterne confrontare caratteristiche e risultati.
Il primo sito, ma uno degli ultimi ad essere messi online, è quello di Viessmann , apprezzabile soprattutto per l'interfaccia grafica davvero semplice e visuale.
Intressante anche il sito di Sunheat , che in realtà mette a disposizione un vero e proprio simulatore che introduce come parametri anche la presenza di lavatrici o lavastoviglie a doppio ingresso, ma con il limite di dover scegliere a priori il numero di collettori solari per poi verificarne l'efficienza.
 E' d'obbligo poi segnalare una delle risorse fondamentali per i progettisti del settore, il sito ENEA dedicato al solare, dove in realtà non si può simulare un impianto, ma si può calcolare la radiazione solare anche su di un piano inclinato (che poi non è altro che il pannello solare), e conoscendo le caratteristiche dei pannelli da installare si può capire quanta energia avremmo a disposizione.
Un'altra risorsa gratuita ma potentissima è il software Retscreen , un complesso insieme di macro e fogli Excel, che permette di simulare non solo impianti solari termici ma qualsiasi tipo di impianto energetico; all'approccio puo' sembrare complesso ma utilizzando i modelli di progetti disponibili tutto diventa piu' semplice.
Rimanendo nell'ambito di fogli di calcolo è scaricabile dal sito Heliant un simulatore che però al limite di funzionare solo per impianti a svuotamento Rotex.
Se qualcuno vuole cimentarsi con conversioni da piedi quadri a centimetri quadri e cose di questo genere, nell'infinita' di siti americani, mi è balzato agli occhi quello di The Texas State Energy Conservation Office , che segnalo piu' come simbolo dei tempi che cambiano (lo stato simbolo dei pozzi petroliferi che si interessa di energia alternativa).
Negli States comunque non stanno solo a guardarlo il sole e producono anche pannelli sottovuoto come Apricus , che mette a disposizione sul sito un semplicissimo calcolatore solare che ha il vantaggio di funzionare con diverse unità di misura (si vede che esportano anche in europa).

Naturalmente mi sarò dimenticato di molti altri link e vi invito a postarli a commento di questo articolo.

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First Post!

9/3/2008

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Che confusione! Come su ogni argomento che diventa di dominio pubblico o di moda anche sull'energia alternativa e sul risparmio energetico si è creata una confusione tale da rendere difficoltoso ogni approccio da parte dei non addetti al settore. Il più lampante tra tutti è il caso dei pannelli solari: termici o fotovoltaici la persona comune il più delle volte non conosce la differenza e fa del tutto un unico brodo. Questo oltretutto a discapito della tecnologia più semplice e meno costosa che in questo momento potrebbe avere l'impatto positivo maggiore e cioè il solare termico.

Infatti se tecnologicamente si tratta della soluzione meno costosa e più sviluppata, commercialmente perde il confronto con il cugino fotovoltaico che ha monopolizzato l'attenzione del grande pubblico e degli investitori. Tutto ciò anche grazie al fatto che è stato il primo ad essere incentivato con il "conto energia", un incentivo che permette di ammortizzare il costo dell'impianto in circa 10 anni (mentre senza c'è ne vorrebbero 30 di anni).

Il solare termico, anche se all'apparenza meno nobile, ha una storia molto più lunga alle spalle e ha ormai raggiunto un ottimo sviluppo tecnologico che gli permette di avere rendimenti molto superiori al fotovoltaico. Certo quest'ultimo produce preziosissima energia elettrica ma che nelle nostre case usiamo spesso per produrre acqua calda (vedi lavatrici, lavastoviglie, boilers, etc.).

Molto meglio quindi un bel pannello solare termico da 4 mq, un accumulo di 300 lt circa, una lavatrice a doppio ingresso (h2o calda e fredda) ed una lavastoviglie collegata all'acqua calda. Con meno di 5000 euro, di cui il 55% scalabili dall'Irpef, avrete acqua calda a volontà e risparmierete un sacco di energia elettrica.


5 Comments

    Autore

    Roello Piero

    Intento del blog è quello di discutere in modo divulgativo, ma non troppo, del risparmio energetico, con un occhio agli aspetti tecnici ed economici

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