Le bollette aumentano ogni anno e diventa sempre più difficile gestire il riscaldamento di casa tenendo contemporaneamente sotto controllo i costi ed il comfort; è d'altronde vero che mai come negli ultimi 50 anni si sia sprecato, con la scusa dei costi energetici contenuti, nel settore dei combustibili. Ora, volenti o nolenti, o per spirito ecologista o per necessità pecuniarie, dobbiamo rivedere le nostre abitudini o comunque cercare delle soluzioni che impattino positivamente sul portafoglio ma che non stravolgano le comodità a cui siamo avvezzi. Forse ci può essere d'aiuto pensare a ciò che facevano i nostri meno fortunati nonni e bisnonni, che per cura ed organizzazione domestica erano sicuramente dei supereroi; e come era organizzato il riscaldamento della casa dei nostri avi? Molto semplicemente si scaldavano uno o due locali in cui si soggiornava mentre il resto della casa era raggiunta marginalmente dal calore del focolare principale ed era più che sufficiente per mantenere un livello di salubrità in tutta la casa. Chiaramente non posso invitarvi, anche perché non lo farei nemmeno io, a spegnere il riscaldamento in tutta la casa ed ad andare a dormire con la camera da letto a 8 gradi (e magari ad accendere un braciere sotto il letto per poi rimanere intossicati) ma le vie di mezzo sono sempre le più perseguibili: che vi serve avere tutta la casa a 22 gradi quando alla fine si passa la maggior parte del tempo in due stanze? Per andare a letto o magari solo per transitarci non sono sufficienti stanze con 16/17 gradi? Vi assicuro che dopo un primo impatto diventa normale spostarsi a quelle temperature e non c'è nemmeno il caso di coprirsi con strati supplementari perché se si tratta di un attività transitoria il nostro corpo è in grado di acclimatarsi senza problemi. Vorrei anche fare un appello alle neo mamme ed ai papà che vedo normalmente ossessionati dalla temperatura di casa, che diventa caraibica nei primi anni di vita dei bambini: come riportato sul sito del ministero della salute per i neonati la temperatura elevata non solo è inutile ma è molto dannosa!!!
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Ancora oggi, molte persone che incontro storgono il naso quando cerco di spiegar loro che sono innegabili i vantaggi delle caldaie a condensazione anche abbinate ai normalissimi impianti a radiatori; purtroppo col tempo si è diffusa la convinzione che questa tecnologia sia riservata agli impianti radianti (quelli a pavimento per intenderci): poi ripensando a dei vecchi interventi che io stesso feci anni fa su alcuni newsgroup mi sono anche sentito in colpa perchè forse ho contribuito a creare questa opinione. Infatti una decina di anni addietro, o forse più, ho sostenuto che i benefici, che allora una caldaia a condensazione poteva concedere rispetto alle meno sofisticate caldaie tradizionali, erano superiori solo in caso di impianti a basse temperature: ciò era vero negli anni '90 a causa degli elevati costi delle caldaie a condensazione ed al contenuto costo del gas metano, ma non può più essere vero oggi con i prezzi energetici alle stelle ed il gap tra i costi di una normale caldaia a camera stagna e quelli di una a condensazione praticamente abbattuti a poche centinaia di euro. Quindi, escludendo le Regioni in cui è comunque d'obbligo la caldaia a condensazione, è ora che tutti si convincano che non ha più senso affidarsi a tecnologie ormai superate solo per risparmiare nell'acquisto di un prodotto il cui consumo vanificherà in un anno o due il risparmio iniziale; per rendere l'idea di come si possono ottenere notevoli risparmi anche in abbinamento ad impianti con radiatori pensate a ciò che succede ogni volta che l'impianto si accende per esempio al mattino dopo essere stato spento tutta la notte: per molti minuti la caldaia a condensazione dovrà scaldare acqua che arriva dall'impianto praticamente fredda (che è la stessa condizione di un impianto a bassa temperatura) arrivando a rendimenti elevatissimi pari al 106% circa del potere calorifico inferiore. Un altra condizione in cui un impianto a radiatori si può comportare in modo simile ad un impianto a pavimento sono le mezze stagioni (quelle che per taluni non dovrebbero esistere più) in cui è sufficiente far circolare acqua nell'impianto anche a 40/50 gradi per raggiungere le temperature di comfort: se poi avete letto nei post precedenti come funzionano le valvole termostatiche, capirete subito che le temperature dell'acqua che ritorna in caldaia dopo aver attraversato il sistema valvola/radiatore sarà molto simile a quella di un impianto a pavimento. Si parla molto di geotermia nell'ambiente termotecnico ma la quantità di righe scritte sull'argomento non trovano corrispondenza alla diffusione degli impianti cosiddetti con pompa di calore terra/acqua nel nostro Paese; sicuramente il costo dell'energia elettrica è uno dei motivi principali ma non è da sottovalutare il costo dell'impianto e la burocrazia legata alle perizie geologiche. Inoltre mi è capitato di sentire utenti scontenti delle prestazioni reali un po' diverse da quelle che gli erano state prospettate anche perchè i valori nominali delle rese delle pompe di calore non comprendono i consumi dei vari circolatori che servono al funzionamento dell'impianto e quindi le bollette elettriche risultano sempre più salate del previsto; non da meno è il problema dell'assistenza tecnica, ancora scarsamente specializzata in questo settore, e comunque molto più complessa di quella relativa ad una semplice caldaia: per farla breve, un danno grave ad una pompa di calore non si risolve di solito con un fermo di un giorno o due. Alla luce di tutte queste osservazioni mi pare sensato valutare la parente "povera" della pompa di calore terra/acqua e cioè quella aria/acqua, insomma quella che tutti conoscono abbinata agli impianti di condizionamento ma meno applicata all'uso invernale: queste macchine, che assorbono calore dall'aria esterna per convogliarla nell'acqua del circuito di riscaldamento, hanno valori di efficienza che in alcune condizioni di esercizio hanno poco da invidiare alle loro cugine terra/acqua. In ultima analisi visti i costi contenuti è possibile un abbinamento con altro generatore (es. caldaia a gas o pellet) in modo da avere sempre un sistema di backup ed un supporto per i periodi in cui la pompa di calore abbia rese non ottimali a causa dell'aria esterna troppo fredda. Riassumo qui di seguito i vantaggi che a mio avviso una pompa di calore aria/acqua rispetto ad altre soluzioni: - costi contenuti e nessuna burocrazia aggiuntiva - dati di resa realistici (COP) - facilmente abbinabile alla caldaia esistente (il grosso dello spazio è all'esterno) - possibilità di utilizzare la pompa di calore solo a temperature esterne convenienti - ad oggi una quantità maggiore di tecnici formati alla riparazione Economicamente, per fare un raffronto, si tratta di risparmiare circa il 40% sul costo del GPL e un 10% sul costo del metano, con temperature esterne che non scendano sotto lo zero, mentre tutt'altro discorso è quello della macchina abbinata un impianto fotovoltaico, accoppiata che permette quasi di azzerare i costi per il riscaldamento. |
AutoreRoello Piero Archivio
Giugno 2016
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