Nonostante gli sforzi fatti, e quelli attualmente in corso, per rendere le interfacce delle regolazioni per impianti termici comprensibili ed utilizzabili anche da utenti poco avvezzi, posso registrare una grande difficoltà generale nel comprendere e programmare le "centraline", a partire dai cronotermostati arrivando fino ai quadri caldaia con regolazioni di tipo climatico ed in grado di gestire zone multiple; in particolare vorrei esaminare una tipologia di impianto molto diffusa, soprattutto a seguito del proliferare di caldaie a condensazione e di impianti a bassa temperatura: le regolazioni climatiche per la gestione di due zone (bassa+alta).
Nella maggioranza dei casi agli impianti cosiddetti a pavimento radiante viene associato un impianto ad alta temperatura che normalmente viene utilizzato per scaldare gli scaldasalviette nei bagni e/o ventilconvettori in tavernette o zone ad uso discontinuo; sorvolando sull'utilità di queste "zone aggiuntive" vorrei descrivere brevemente come dovrebbe funzionare una regolazione di impianto che non comprometta il rendimento dello stesso. Innanzi tutto l'impianto deve essere composto dal generatore di calore, da una o più valvole miscelatrici per la regolazione dell'impianto a pavimento con relativi circolatori e da un circolatore dedicato alla zona per alta temperatura; negli ambienti riscaldati dal pavimento potranno essere presenti delle sonde ambiente (ma se ne potrebbe anche fare a meno) mentre nei locali scaldati da radiatori e ventil saranno sufficienti dei termostati: fondamentale è capire la differenza tra sonde e termostati, infatti mentre le prime comunicano alla caldaia l'effettiva temperatura rilevata in ambiente, i secondi sono dei meri interruttori che al massimo possono spegnere ed accendere il circolatore di zona od aprire e chiudere una valvola (ON-OFF). Quindi nelle zone riscaldate con impianto radiante a pavimento è fortemente sconsigliato l'uso di termostati che non sono in grado di far modulare l'impianto per inseguire e mantenere un comfort ottimale ma anzi hanno dei tempi di reazione che non si conciliano con quelli dell'impianto che normalmente ha bisogno di diverse ore per scaldarsi e di altrettante per raffreddarsi. Un altra caratteristica della regolazione dell'impianto è legata alla temperatura di caldaia che fondamentalmente deve sempre rimanere la più bassa possibile e quindi in mancanza di richiesta da parte della zona ad alta temperatura deve essere sostanzialmente quella necessaria all'impianto a pavimento; naturalmente stiamo parlando di regolazioni climatiche e cioè in grado, grazie alla presenza di una sonda esterna, di modulare la temperatura necessaria in base alla reale richiesta di calore che scaturisce dal clima più o meno rigido all'esterno dei locali. Riepilogando per avere il massimo rendimento dobbiamo avere: - sonda esterna - sonda ambiente per riscaldamento a pavimento - termostato per zone alta temperatura ad uso discontinuo - caldaia collegata alla regolazione in grado di richiedere solo la temperatura minima - possibilità di regolare più livelli di temperatura nelle varie ore del giorno
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AutoreRoello Piero Archivio
Giugno 2016
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