Non è sicuramente un fenomeno nuovo ma il cambiamento di abitudini sta portando alla diffusione di un problema che qualche anno fa era perlopiù legato alla mancanza di adeguato isolamento delle pareti: la formazione di muffe sulle pareti interne. Sulle case nuove o ristrutturate l'inghippo ha origine nella mancata ventilazione dei locali che essendo molto meglio isolati attraverso infissi e cappotti non permettono una naturale circolazione dell'aria che invece tende a ristagnare negli ambienti; nei vecchi condomini invece c'è stato un picco legato all'installazione delle valvole termostatiche sui radiatori che ha permesso agli inquilini di abbassare le temperature degli ambienti risparmiando energia, ma che ha portato ad un raffreddamento dell'aria e delle pareti (soprattutto in corrispondenza dei ponti termici) creando il terreno fertile per le colonie fungine. In ogni caso però il fattore determinante è il ricambio e l'umidità dell'aria che se tenuta sotto controllo non dovrebbe originare tutti questi problemi: sicuramente abitudini come quelle di stendere la biancheria in casa o non ricambiare di tanto in tanto l'aria dei locali non aiutano a tenere sotto controllo il fenomeno ma esistono soluzioni definitive quali i ricambi d'aria forzati ed i recuperatori di calore. Se infatti potrebbe essere difficilmente installabile un macchinario per la ventilazione forzata dell'aria con recupero di calore dell'aria esausta (un meccanismo in grado di reimmettere aria nuova recuperando fino al 90% del calore dell'aria esausta) viste dimensioni e costi, è di facilissimo montaggio una ventola che, per ogni stanza afflitta dalla muffa, forato il muro esterno, convogli aria nuova nel locale, ed esiste anche nella versione con scambiatore di calore interno che permette di recuperare il 70% del'energia termica contenuta nell'aria esausta.
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AutoreRoello Piero Archivio
Giugno 2016
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