Ancora oggi, con anni di esperienza alle spalle, capita di trovarmi in difficoltà alla richiesta dei clienti di programmare il loro cronotermostato; negli anni è proliferato un tale numero di marche e modelli che risulta impossibile ricordare la procedura di programmazione senza avere sottomano il manuale (che normalmente dopo pochi mesi è andato smarrito). La causa di un tale impasse non è tanto legata ad un mio progressivo rincoglionimento ma alla scarsa attenzione dei costruttori all'usabilità degli apparecchi tantè che l'impatto con l'utente medio produce una reazione di totale rifiuto che a volte si tramuta nella richiesta di sostituzione con il vecchio e sempre funzionante "termostato a monovella" (come io l'ho battezzato) e cioè la semplice rotella con un unica temperatura che è sufficiente alzare od abbassare a seconda delle necessità.
Il buon senso e la normativa vigente prevedono però la necessità di poter programmare orari e livelli di temperatura diversi (almeno 2) per poter ottimizzare i consumi ed il comfort ambientale ed è così che negli anni ho stilato una mia personale classifica di cronotermostati per la quale ho considerato innanzi tutto la facilità di programmazione, in secondo luogo l'affidabilità, e per ultimo le opzioni aggiuntive: 1) BPT TH450 2) Viessmann vitotrol 100 3) Honeywell CM900 4) Siemens REV Una particolare nota la vorrei però dedicare ad alcuni prodotti fuori produzione che a mio avviso hanno rappresentato il giusto compendio tra ricerca di usabilità e tecnologia Siemens RAV11 BPT TH124 In questi due prodotti l'esigenza di semplicità si è tramutata in un interfaccia analogica chiara ed immediatamente utilizzabile da chiunque senza che dietro mancasse una complessa elettronica in grado di ottimizzare temperature ed orari. Il futuro invece sembra ancora lontano e siccome Steve Jobs non potrà più dedicarsi al settore delle regolazioni ambientali dobbiamo guardarci intorno per capire come sarà il cronotermostato dei prossimi anni; probabilmente sarà intelligente, imparerà le nostre abitudini, avrà un solo tasto, lo schermo sarà touch e sicuramente comunicherà con l'iphone: http://punto-informatico.it/3324182/Gadget/News/un-termostato-che-impara.aspx
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Si è discusso molto in questi mesi sull'opportunità di investire ancora su reti di teleriscaldamento cittadine per una serie di problemi che ciò comporta al livello tecnico ed economico; infatti è ormai chiaro che i tanto auspicati vantaggi economici non esistono e basta controllare le tariffe dei gestori italiani per rendersene conto, ma anche dal punto di vista ecologico i vantaggi sembrano ormai essere superati dalle tecnologie delle fonti rinnovabili: insomma parliamo di un sistema che si è retto non grazie alla sua superiorità ma grazie agli incentivi che vengono elargiti dallo Stato ai produttori di energia grazie a meccanismi di defiscalizzazione.
Ora che i soldi scarseggiano e che i cittadini non sentono il bisogno di pagare 2 extra sul costo dell'energia (un extra per gli incentivi ed un altro per le tariffe maggiorate), ci si chiede se e come poter migliorare l'efficienza di tali sistemi: in realtà i punti deboli del teleriscaldamento sono il rendimento di produzione e le perdite di calore sulla distribuzione della rete ed entrambi questi punti critici sono collegati alla temperatura di lavoro del sistema. Se prendiamo ad esempio una centrale termica composta da caldaie a gas e da cogeneratori vedremo come questi debbano lavorare a temperature altissime (e di conseguenza a rendimenti bassi) per poter immettere calore nella rete e che arrivi alle utenze ad una temperatura accettabile; siccome le tipologie di utenze sono varie e varia anche la necessità di temperatura, si partirà dalla centrale termica con il liquido a 90 gradi per poter arrivare alle utenze più lontane con un minimo di 80 gradi: sappiamo anche però che le dispersioni della rete aumentano con l'aumentare della temperatura del liquido ed ecco che ci troviamo con un altra falla nel nostro sistema. A questo punto è chiaro che basterebbe abbassare le temperature di produzione per ottenere un sistema più efficiente, ad esempio produrre acqua a circa 50 gradi aumenterebbe il rendimento anche del 10%, ma come fare con quelle utenze che necessitano di temperature più elevate? Semplicemente integrando presso l'utenza il calore necessario con sistemi efficientissimi come solare termico e pompe di calore: in questo modo il sistema risulterebbe anche più equo in quanto le utenze meno efficienti si pagherebbero il costo supplettivo per il surplus di energia mentre quelle più efficienti ed in grado di lavorare a temperature più basse avrebbero tariffe agevolate. Due problemi fondamentali si pongono durante lo studio di fattibilità di un impianto solare, il calcolo della radiazione solare incidente sui nostri futuri pannelli e l'accuratezza di questo calcolo in base ad eventuali ombreggiamenti o profili dell'orizzonte non favorevoli. Il sito più stupefacente da questo punto di vista è The Satellite Application Facility on Climate Monitoring (CM SAF), un consorzio che mette a disposizione una notevole quantità di dati per lo più acquisiti attraverso appositi satelliti: ma la caratteristica saliente deriva dalla combinazione di tali dati con google maps, il che permette di posizionare e georeferenziare il nostro impianto con un accuratezza di centimetri, per poi vedere nel risultato il grafico dell'irraggiamento insieme al profilo dell'orizzonte, naturalmente calcolato dai dati altimetrici di google.
Un altra importante risorsa è l'atlante solare sul sito dell'ENEA che permettte di esportare i dati relativi alla media delle annate dal 1995 al1999. Ultima risorsa web a mio avviso interessante è il database SoDa che offre diversi servizi gratuiti ma anche molti a pagamento. Per le risorse come fogli di calcolo e software di tipo freeware vi passo semplicemente il link al sito del Ing. Caffarelli dal quale potrete scaricare alcuni degli strumenti più versatili come "SOLE", il foglio di calcolo che permette di simulare la presenza di ombreggiamenti davanti al vostro impianto fotovolatico. Buon irraggiamento a tutti! Come molti sapranno dall'introduzione degli incentivi chiamati "conto energia" ad oggi molte cose sono cambiate e stanno cambiando: a mio avviso una delle principali è stata la modifica della procedura di scambio sul posto. Mentre in origine l'energia prodotta in eccesso nelle ore di punta dall'impianto fotovoltaico veniva trimestralmente conguagliata con quella assorbita dalla rete nei momenti di alto consumo e bassa produzione (facendo a tutti gli effetti da accumulatore elettrico), da qualche mese le cose sono molto diverse;
tralasciando l'incentivo che viene pagato comunque su tutta l'energia prodotta dai pannelli (che comunque è destinato gradualmente a diminuire) concentriamoci sugli scambi di energia tra l'impianto fotovoltaico e la rete elettrica. Con i nuovi contatori elettronici il gestore è in grado di misurare ora per ora i flussi di energia elettrica e quindi di fatturare esattamente la quantità di energia prelevata quando abbiamo superato con i consumi l'energia che avevamo a disposizione dai pannelli: questa energia la paghiamo alla tariffa stipulata nel contratto con il nostro gestore (in base allo scaglione di consumo). Capita anche però al contrario che in alcumi momenti i nostri pannelli producano energia in eccesso e che il contatore contabilizzi una cessione verso la rete che reimmette l'energia verso gli altri utenti: questa energia viene pagata in base ad una borsa del mercato elettrico e gestita dal GME. La differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita è però sostanziale a causa soprattutto delle accise che paghiamo all'acquisto e che non vengono rimborsate in fase di vendita; diventa quindi necessario, per ottimizzare l'impianto, avere un'idea di ciò che succede nel corso dell'anno a livello di produzione e consumo orario, giorno per giorno e mese per mese: siccome è impossibile prevedere il futuro e quindi non possiamo sapere se il giorno nuvoloso sarà anche il giorno del bucato, dobbiamo ragionare in termini storico-statistici; ho creato quindi un foglio di calcolo che riasume, partendo appunto da dati medi, i calcoli per il giorno tipico di ogni mese ed i flussi di energia elettrica in uscita ed entrata. I dati da inserire sono la producibilità annua dell'impianto fotovoltaico, il consumo medio annuo del nostro immobile, e volendo un profilo orario di consumo elettrico giornaliero. Il risultato è l'importo in euro che pagheremo (molto probabile) o ci verrà rimborsato in un anno; la sorpresa chiaramente è che nonostante il nostro potente impianto solare spesso ci potremmo trovare a pagare lo stesso bollette non proprio simboliche. Per nostra (inteso come nostrà comunità) fortuna vedo un sempre più interessante proliferare di pannelli solari per la produzione di acqua calda e mi chiedo quanti degli utenti che li possiedono siano stati sufficientemente delucidati sulle caratteristiche e sul funzionamento. Ne approfitto quindi per dare alcune indicazioni che potrebbero tornare utili per monitorare l'impianto solare e capire se stà realmente funzionando a dovere.
Gli indicatori principali di funzionamento sono: 1) Manometro pressione impianto solare 2) Indicatore di portata fluido solare 3) Termometro temperatura collettori solari 4) Termometro temperatura bollitore solare Un impianto che si rispetti deve essere dotato almeno degli strumenti indicatori appena elencati ma il solo fatto di averli non ci aiuta a capire se il nostro impianto stia producendo al massimo; - il primo controllo da effettuare è sul manometro: la lancetta indicatrice deve essere sopra lo zero e non superiore al 6 (parliamo di Atmosfere) ma normalmente l'impianto viene caricato tra i 2 e 3 atm; ciò dipende dall'altezza a cui sono installati i collettori (pannelli) solari. Se la pressione è vicina allo zero si deve reintegrare del liquido nell'impianto mentre se è troppo vicina al 6 è necessario verificare la carica del vaso di espansione (operazioni che è meglio far eseguire all'istallatore) - il secondo controllo va fatto sull'indicatore di portata che di solito si trova sulla tubazione al di sotto della pompa e si presenta come uno spioncino graduato all'interno del quale è possibile vedere muoversi in alto ed in basso un disco bianco: proprio tale movimento deve essere correlato al funzionamento della pompa solare e, trascurando i valori di portata che in base alla tipologia di impianto dovrebbero leggersi, avendo la pazienza di aspettare che la pompa si avvii, dovremo vedere il disco alzarsi dal fondo per rimanere a "galleggio" all'interno dello spioncino. Se ciò non accadesse i problemi potrebbero essere svariati anche se il più frequente è la presenza di aria all'interno delle tubazioni o dei pannelli. - il terzo controllo viene effettuato sulle temperature di esercizio e quindi sui due valori che mi auguro possiate leggere sulla centralina solare, la temperatura collettori e quella del bollitore. Se aprite un rubinetto per far scorrere dell'acqua calda dovreste vedere che la temperatura bollitore inizia a diminuire e quando quest'ultima è inferiore di circa 5-6 gradi a quella dei collettori dovreste sentire la pompa che entra in funzione. La temperatura dei collettori è proporzionale all'irraggiamento solare e quindi dobbiamo aspettarci temperature maggiori con giornate estive e soleggiate ma non dobbiamo confonderci su di una questione: se durante giornate di sole la temperatura dei collettori non sale in modo repentino è buon segno perchè significa che tutto il calore viene ceduto all'acqua del bollitore (o accumulo) mentre se notiamo che la temperatura è spesso esagerata, anche superiore ai 100 gradi, potrebbe essere un segnale di qualche malfunzionamento o del fatto che non viene utilizzata acqua calda in quel periodo (e quindi il bollitore già molto caldo non necessità di altro calore). Per concludere direi che la parola d'ordine è "circolare" (ma non vorrei sembrarvi un vigile urbano) e cioè controllare spesso che il liquido solare sia in grado di compiere il suo ciclo all'interno del circuto, scambiando calore dai pannelli al vostro accumulo; la prima spia che ciò non stà avvendo sufficientemente è la prolungata elevata temperatura dei collettori. Ecco il link ad un mio intervento sull'argomento
http://www.mygreenbuildings.org/2011/02/11/impianti-di-riscaldamento-autonomi-controllo-remoto-della-caldaia-e-regolazione-modulante.html Forse non c'è speranza per noi che siamo cresciuti nell'agio energetico e nella prospettiva di avere risorse infinite ed è probabile che saranno le nuove generazioni a cambiare radicalmente attenzioni e stili di vita per preservare le risorse e l'ambiente ma è un dovere di tutti noi almeno provare ad iniziare un inversione di tendenza.
Per questo motivo le Regioni finanziano corsi come quello che voglio segnalarvi, una sorta di addestramento alle tecniche di base, un modo per capire e migliorare i nostri comportamenti e fare evolvere quelli più virtuosi. Quindi anche un adulto può tornare ad imparare, ed in gruppo cercare di sviluppare progetti che coinvolagno la propria vita e quella delle persone che la circondano, in modo semplice con la prospettiva di vivere meglio, risparmiare denaro, e rispettare l'ambiente che ci circonda. Grazie ad al mio amico Omar, stufo di trovarsi bollette strane, con letture presunte e tariffe incomprensibili, mi sono imbattuto nella chimera delle tariffe energetiche: un sito che compara le spese per luce o gas od entrambe semplicemente indicando il consumo presunto annuale ed il CAP del comune!
La novità più grande è che non si tratta dei soliti siti di comparazione che ormai spopolano sul web, ma il sito ufficiale dell'Autorità sull'Energia. Andate a farci un giro perchè è veramente fatto bene, chiaro semplice ed utilizzabile da chiunque: unico inghippo è che tra tutte le offerte non si trovi quella del gestore da cui ad oggi io e Omar compriamo il gas e ciò ci fa immaginare che forse le offerte non sono così complete o che non tutte le aziende siano presenti nelle comparazioni. In ogni caso una buona iniziativa. Da alcuni studi (ma anche dalla mia esperienza diretta) si è evinto che quando le persone sono informate quotidianamente dei loro consumi energetici tendono a ridurli mediamente fino al 10%; questa considerazione che potrebbe sembrare banale porta con se la necessità di avere accesso ai dati relativi a consumi di gas e di corrente elettrica in modo veloce e semplice, quotidianamente. Per il momento per il gas, nonostante ci stiano lavorando diverse aziende, c'è poco da fare: ci toccherà uscire settimanalmente per ricopiare la lettura dei metricubi per poi controllare che le fatture coincidano e magari riportarle su un foglio di calcolo per poi fare delle statistiche. Per i consumi elettrici invece c'è la possibilità di sfruttare apparecchi a basso costo e una applicazione web di Google per avere un sistema all'avanguardia, da fare invidia a molti energy manager aziendali. Google Powermeter permette infatti di monitorare ed archiviare i consumi elettrici delle nostre utenze semplicemente collegando un apparecchio al PC ed una pinzetta sui fili del contatore; un gioco da ragazzi direi, anche se l'installazione hardware è stata ben più semplice di quella software che per la verità risulta ancora un po' macchinosa. La soddisfazione comunque di condividere coi colleghi i consumi dell'ufficio è stata impagabile viste anche le successive bagarre su chi consumava o sprecava di più (ed ecco che l'effetto psicologico-energetico inizia a prendere forma). Il ContaCorrente è uno dei tanti esempi di dispositivo che permette di memorizzare i consumi di energia elettrica semplicemente usando una pinza wireless oppure delle singole prese da interporre alle singole utenze elettriche (frigo, lavastoviglie, TV, etc..); viene fornito in diversi modelli e con la possibilità di collegamento diretto alla rete, senza passare dal PC. Quindi non ci sono più scuse, se vogliamo capire dove sprechiamo ed il perchè, oggi con poche decine di euro possiamo farlo, anche giocando e divertendoci a fare prove, ottimizzare i consumi e le spese. Pensatec Come ogni tentativo di cambiamento anche la diffusione di una soluzione a basso impatto ambientale trova diversi ostacoli prima di affermarsi sul mercato: un esempio è la pompa di calore. Nonostante la possibilità di sfruttare anche l'80% di energia rinnovabile dalle fonti più disparate (aria, acqua, terra) la pompa di calore non è ancora vista in Italia come la soluzione migliore per gli impianti di riscaldamento; le cause principali sono di ordine economico visto che l'energia elettrica (il restante 20% necessario alla pompa di calore) nel nostro Paese ha un costo superiore della media europea e soprattutto visto l'investimento iniziale in un impianto che può costare anche diverse decine di migliaia di euro. Ma se la difficoltà di sostituire i vecchi impianti è comprensibile quando si tratta di restrutturare, nelle nuove costruzioni si dovrebbe considerare seriamente l'opportunità di investire in una tecnologia che può anche avere un costo accessibile e innumerevoli vantaggi a lungo termine.
Innanzi tutto rispolveriamo una soluzione adottata dai nostri avi e cioè il pozzo canadese o provenzale; il principio è semplicissimo: facendo circolare dell'aria a qualche metro di profondità questa si riscalda di inverno e si raffresca d'estate: chiaramente il salto termico dipenderà dalla lunghezza dei canali, dalla portata dell'aria e dalla profondità, ma mediamente possiamo supporre di recuperare 5 gradi. L'aria così preriscaldata potrà essere utilizzata sia direttamente per alimentare una pompa di calore aria/acqua (meno costose rispetto alle acqua/acqua od alle terra/acqua) oppure direttamente nel recuperatore di calore: quest'ultimo è un tassello essenziale nelle nuove abitazioni perchè permette un ricambio controllato dell'aria ambientale recuperando fino al 90% del calore dell'aria viziata che va esplulsa; anche quest'ultima però ha ancora un contenuto termico importante e prima di essere spedita all'esterno può essere utilizzata per alimentare la pompa di calore. Il risultato è un impianto versatile, utilizzabile per produrre riscaldamento o raffrescamento, utilizzando una pompa di calore tra le meno costose ma aumentandone il rendimento grazie allo sfruttamento di energia gratuita e facilmente recuperabile. |
AutoreRoello Piero Archivio
Giugno 2016
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